“Fuori dal mio balcone” – Francesca Dalla Riva

Scrivere può nascere da un’urgenza, da un bisogno, dalla necessità di dare voce a sentimenti e sensazioni che con il tempo si sono cronicizzati, tanto quanto la malattia. Emozioni che sono rimaste dentro, ma che, ad un certo punto della nostra vita, hanno chiesto a gran voce di essere considerate valide e meritevoli di attenzione. Scrivere per aiutare ad elaborare situazioni traumatiche; scrivere per viaggiare dentro e fuori di sé; scrivere per mettere in parola un’energia desiderosa di scappare e di non sentirsi più trattenuta ed intrappolata. Tante possono essere le motivazioni alla base della scrittura: per me si è trattata di una parte fondamentale del mio percorso terapeutico. Un percorso che mi ha aiutata ad acquisire consapevolezza nei confronti delle malattie croniche di cui soffro e a restituire dignità e rispetto, non solo al dolore fisico e mentale, ma anche alla frustrazione, al senso di inadeguatezza, alla sensazione di non sentirmi capita, alla solitudine provata e all’isolamento che la malattia ha, inevitabilmente, portato con sé. La scrittura ha messo in parola la paura, la rabbia, ma soprattutto la speranza, non tanto riposta verso un’impossibile guarigione, ma rivolta verso il perdono nei confronti di un corpo percepito come “traditore”, verso la ricerca di un equilibrio interiore tra una mente attiva ed un corpo malato, e verso l’ascolto dei bisogni e dei desideri più intimi e personali.

Mi chiamo Francesca Dalla Riva, ho 36 anni e vivo con la mia famiglia in provincia di Verona. Sono laureata in Mediazione linguistica per le Imprese e il Turismo presso l’Università degli Studi di Trento e nella mia vita ho svolto molti lavori: sono stata impiegata, commessa, collaboratrice di nido in famiglia, insegnante privata. La vita mi ha donato due splendide figlie ed una meravigliosa famiglia, ma mi ha anche tolto molto.

Ho convissuto, e convivo tuttora, con più malattie croniche, che con il tempo sono diventate sempre più invalidanti e hanno compromesso, mio malgrado, la mia capacità lavorativa, ma anche, purtroppo, la mia salute mentale. Endometriosi, adenomiosi, fibromialgia, vulvodinia, malattia da reflusso cronico: nomi, diagnosi, referti che per me hanno significato visite, gaslighting, pressioni, ansia, dolori, accessi al pronto soccorso, lacrime. Quadri clinici pesanti che mi hanno costretta a due interventi per eradicazione endometriosi: il primo nel 2013 e il secondo, più invasivo e più debilitante, nel 2020. Dopo quest’ultima operazione, qualcosa è scattato in me: la voglia di condividere, di ascoltare storie, di incontrare mondi si è fatta più pressante e mi ha portata ad iniziare a parlare della malattia, mettendo col tempo da parte la vergogna e facendo spazio a fierezza, ad orgoglio e ad una maggior consapevolezza nei confronti di una condizione, certamente non scelta, ma piombatami addosso come un macigno. Una condizione, quella di malata cronica, che si è appropriata dei miei anni migliori, del mio corpo e del mio tempo, ma che, ora, riesco a guardare in faccia con maggior sicurezza e fiducia, sapendo di non essere sola.

“Fuori dal mio balcone”, il mio romanzo d’esordio, è nato dal bisogno di raccontare una delle esperienze di premorte più terribili che si possano sperimentare: l’attacco di panico. Si tratta di un racconto introspettivo ed intimista che intreccia la storia di tre donne, che rappresentano tre aspetti dolorosi della mia vita, ma che, grazie a loro, hanno trovato la forza di uscire allo scoperto e di risultare meno spaventosi. La protagonista Ludovica è una giovane donna apparentemente soddisfatta di sé e della propria vita, la cui esistenza viene sconvolta dall’esperienza del panico e gettata nell’angoscia e nel terrore. Lei, architetta sicura di sé, determinata, ambiziosa e allergica alle relazioni, si ritroverà, per la prima volta nella sua vita, in balia di un corpo che non può più controllare e che faticherà a comprendere. Questo momento rappresenterà, tuttavia, grazie al prezioso aiuto della dottoressa Scarpati, l’occasione per riprendere in mano la propria vita, per affrontare vecchi traumi, lasciati irrisolti e sopiti perché troppo spaventosi, e per fermarsi ad ascoltare la sua parte più profonda. Sarà anche l’occasione per uscire dalla propria zona di comfort e sperimentare per la prima volta nella sua vita l’empatia, la sorellanza, l’amicizia, la sospensione del giudizio. Conoscerà Monica, la sua “vicina di balcone”: una madre desiderosa di compagnia e di comprensione, una donna col bisogno di sentirsi anche altro rispetto al suo essere madre. E riuscirà finalmente a guardare con occhi diversi e ad ascoltare la sofferenza della cognata Alice: una sofferenza alimentata dalla condizione di infertilità, che, anche grazie al suo aiuto, troverà un nome e delle risposte.

Un libro che non fornisce di certo soluzioni, ma che pone continuamente domande, che mette in discussione, che smuove sentimenti e mette in luce esperienze considerate tabù, di cui diventa necessario, ora più che mai, parlare a gran voce.

A.L.I.C.E. ODV ha deciso di supportare il lancio del libro di Francesca nella campagna di crowdfunding!

Per contribuire a renderne possibile la pubblicazione è necessario raggiungere l’obiettivo di vendita di 200 copie. Solo raggiungendo lo scopo, la casa editrice garantirà editing, progetto grafico, stampa, distribuzione e marketing del romanzo.

Supporta Francesca: clicca qui e pre-ordina “Fuori dal mio Balcone” 👉🏻 https://bookabook.it/libro/dal-mio-balcone/

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