Endometriosi: ecografia e clisma opaco

L’ecografia è una tecnica non invasiva che da molto tempo viene usata nell’approccio diagnostico dell’endometriosi.

Se l’importanza di questo tipo di esame è rilevante ai fini di una diagnosi di endometriosi, lo è ancor di più l’esperienza di chi esegue l’esame ecografico.
L’ecografia può essere eseguita con diverse sonde ecografiche.
– L’ecografia addominale ci permette di esaminare organi come fegato, reni, colecisti, pancreas e organi dell’apparato riproduttivo.
L’ecografia tranvaginale, attraverso la stimolazione della sonda in determinati punti anatomici, consente di diagnosticare le cisti ovariche di natura endometriosica (endometriomi) e di stimare la presenza di aderenze e noduli di endometriosi profondi.
Sappiamo che l’endometriosi si può manifestare con differenti forme e localizzazioni considerando tre tipi di lesioni:
1) la malattia che interessa il peritoneo, caratterizzata dalla presenza di lesioni superficiali, che non sono facilmente evidenziabili all’esame ecografico;
2) la malattia ovarica, che comprende lesioni superficiali dell’ovaio e gli endometriomi, ossia le lesioni più frequenti. Questo tipo di lesioni possono essere osservate sia con la sonda addominale che con quella transvaginale. I dati della letteratura scientifica confermano che l’ecografia transvaginale permette di fare diagnosi di cisti endometriosiche con un’ottima precisione.
3) Per quanto riguarda l’endometriosi profonda, numerosi studi hanno messo in evidenza che l’ecografia transvaginale è non solo utile, ma dovrebbe essere considerata un esame fondamentale per la mappatura delle lesioni in fase preoperatoria. Le parti interessate sono il retto-sigma del colon, l’appendice, il cieco e l’ileo distale; è possibile poi osservare il cavo del Douglas, le pareti vaginali, il setto retto-vaginale, il retto fino alla giunzione con il sigma, la zona posteriore della cervice uterina e i legamenti utero-sacrali. L’endometriosi profonda che interessa queste strutture può essere identificata come una o più aree nodulari scarsamente vascolarizzate, dai margini poco delineati e talvolta frastagliati. In corrispondenza di queste aree i diversi organi di solito sono adesi gli uni agli altri.
Per la diagnosi e la valutazione dell’endometriosi intestinale e del setto retto-vaginale può essere presa in considerazione l’ecografia transrettale.
L’ecografia transvaginale infine si è dimostrata più precisa rispetto a quella addominale per la diagnosi di aree di endometriosi profonda che interessano non solo la vescica, ma anche le aree che si trovano lateralmente all’utero, in quanto una lesione endometriosica che si espande in questa zona può determinare un restringimento dell’uretere e una conseguente difficoltà al passaggio dell’urina dal rene alla vescica, con possibile compromissione renale.
L’esame di un eventuale interessamento ureterale va completato con la visualizzazione dei reni mediante sonda addominale.
Il clisma opaco con contrasto è una tecnica radiologica molto utilizzata per la diagnosi di endometriosi intestinale ma, specificatamente, in quei casi in cui vi siano lesioni di discrete dimensioni che determinano un elevato grado di distorsione delle pareti intestinali, non in quelli di lesioni di piccole dimensioni.
Chi è in possesso del codice di esenzione 063 assegnato solo agli stadi della patologia più severi può usufruire in esenzione questi esami.